Game Over, incontra i ragazzi del liceo per raccontare la vita di chi è stato per anni nella morsa della dipendenza del gioco d’azzardo e della droga.
Al Liceo scientifico Brunelleschi di Afragola nel Napoletano, per due giorni consecutivi, dieci persone ex dipendenti da droga e gioco d’azzardo patologico, hanno incontrato cento studenti per raccontarsi e metterli in guardia. La campagna di sensibilizzazione diretta ai giovani è parte del percorso di recupero di chi ha deciso di spezzare le catene della dipendenza. “Quel che sembrava normale alla fine è diventata la mia prigione”, ha detto Nando seguito al Centro per le pluridipendenze ad Acerra, attraverso il progetto Game Over sostenuto da Fondazione CON IL SUD. “Non sottovalutate il rischio perché poi ne potete restare triturati”, ha continuato Giuseppe che sta scontando l’ultimo anno di pena detentiva ai domiciliari, dopo averne trascorsi già 10 tra dentro e fuori dal carcere di Poggioreale e dalla comunità per tossicodipendenti, con due mesi di isolamento. Da entrambi, l’invito rivolto ai giovani a non pensare di essere immuni.
Il gioco d’azzardo è oramai diffuso in ogni fascia di età, nonostante per legge i minori di anni 18 non dovrebbero avere accesso al mondo del gambling. A parlare con i ragazzi accompagnati da operatori ed educatori sociali, anche Francesco nella morsa della dipendenza per 13 anni e Lorenzo che per 30 anni è stato un giocatore d’azzardo patologico. Storie vere così come reale è il dolore che si portano dentro ma che non li ha fatti soccombere. Gli studenti, durante il momento della plenaria, li hanno ascoltati con attenzione, hanno fatto domande e per qualcuno di loro forse la mattinata trascorsa ad imparare come orientarsi nella vita concreta, è diventata la chiave per chiudere quella porta che lo avrebbe portato alla distruzione.