Gioco d’azzardo, a Casoria con Game Over, progetto sostenuto da Fondazione CON IL SUD, un patto contro la dipendenza. In campo tutte le parti sociali per prevenire e curare chi è caduto nella trappola della ludopatia.
Contrasto al gioco d’azzardo, in provincia di Napoli, associazioni, ente locale, chiesa e Azienda sanitaria stringono un patto per arginare la ludopatia in un sistema di presa in carico offrendo risposte adeguate a bisogni complessi.
Venerdì 13 ottobre alle ore 10, a Casoria, al Centro diurno Gulliver sito nel Parco dei Pini 6, in via Giovanni Pascoli – seconda traversa, sarà inaugurato il modulo Gap nell’ambito del progetto Game Over sostenuto dalla Fondazione CON IL SUD, per la prevenzione, il contrasto e la cura della dipendenza da gioco d’azzardo.
Interverranno: Marianna Riccardi, assessore alle politiche sociali del Comune di Casoria, don Riccardo de Santis, parroco Chiesa Immacolata di Casoria, Antonella Ciaramella promotrice legge regionale gioco d’azzardo, Aniello Basalice presidente Osservatorio regionale gioco d’azzardo, Vincenzo La Martora responsabile Dipendenze Asl Napoli 2 Nord, Vincenzo d’ Auria responsabile Uoc Serd Casavatore- Acerra, Pasquale Gaudino coordinatore del progetto Game Over. I lavori saranno guidati dalla giornalista Tina Cioffo.
Il progetto Game Over, di cui Officina dei Talenti è capofila in partenariato con le cooperative sociali Un Fiore per la vita, Regina Pacis, Il Millepiedi, P.a.s.s. e l’Azienda sanitaria locale Napoli 2 nord, parte dal presupposto che per concretizzare percorsi riabilitativi capaci di interrompere le dipendenze dei singoli, bisogna coinvolgere le loro famiglie, la comunità territoriali e coinvolgere tutte le parti sociali in campo.
Il Centro diurno Gulliver, dove saranno realizzate le azioni di contrasto al gioco d’azzardo, è gestito dalla cooperativa sociale “Il Millepiedi” grazie anche alla ospitalità di don de Santis che ha messo a disposizione alcuni spazi parrocchiali. Le finalità educative, vanno dal sostegno terapeutico al recupero e reinserimento sociale della persona affetta dalla dipendenza e dunque anche formazione e reinserimento professionale per un’integrazione che restituisca dignità e autotutela alla salute. La ludopatia è riconosciuta come una malattia vera e propria, tanto da essere compresa nei Livelli essenziali di assistenza (Lea).