Per 25 anni è stato un giocatore d’azzardo patologico. Il gioco on line gli ha fatto comprendere di avere una dipendenza. Da 18 mesi segue un percorso riabilitativo al Centro Infinito di Acerra grazie al progetto Game Over.
Un lavoro, due figli, uno di 13 ed uno di nove. Una compagna di vita da 26 anni e tanta voglia di essere sereno. La parola ‘scommessa’, cancellata dal suo vocabolario. E’ da qui che Martino, 44 anni di Acerra ha deciso di ripartire. Il suo viaggio non è mai stato interrotto ma ha fatto tappe sicuramente poco felici. A 18 anni ha cominciato a giocare alle slot machine, poi sono arrivate le puntate sportive ed infine il gioco on line. “E’ a questo punto – confessa Martino- che ho compreso di avere un problema. L’ho capito tardi ma certamente ancora in tempo per poter chiedere a mia moglie di perdonarmi e ricostruire insieme a lei la nostra vita”. Il primo buco finanziario è stato di 12 mila euro riparato con la richiesta di un prestito. Per dieci anni aveva giocato pensando di poter controllare il suo impulso e dai 28 ai 32 anni smette. Riesce a tenere a bada il suo desiderio e questo lo convince di potercela fare in qualsiasi momento. Martino è un lavoratore, prima come cameriere ed ora come operaio ha sempre sudato per portare a casa il suo guadagno. Non ha mai avuto regali e quel che traspare dalla sua figura mite, mal si sarebbe conciliato con la personalità di un giocatore d’azzardo patologico costretto a recarsi nelle sale da gioco.
Il gioco on line è però insidioso, si infiltra nella mente e si nasconde nel silenzio omertoso di una coscienza che urla però di notte con i sensi di colpa cancellati ad ogni nuova alba, dalla corsa alla soddisfazione di puntare ancora una volta. “Ogni notte mi ripromettevo di smettere definitivamente e poi rinviavo ogni volta la decisione all’indomani. La dipendenza dal gioco d’azzardo online è diventata una sfida complessa da controllare e i rimorsi prima ancora dei debiti mi divoravano rosicchiando anche l’amore per mia moglie e per i miei figli”. Martino entra in una prigione come Aleksej di Dostoevskij e la ludopatia finisce, inevitabilmente, anche per cambiare il mondo attorno a lui a partire da Milena, la donna di cui è innamorato da quando era giovane.
Usa il gioco on line per padroneggiare la sua esistenza e dis-angosciare la realtà che vive. Le piattaforme on line gli offrono la discrezione e la facilità di accesso di cui Martino ha bisogno. La comodità di accedere alla schermata dalla poltrona o dal divano di casa, lo facilita. Le puntate con carte ricaricate o con apposite app, se da una parte lo salvano dalla vergogna dall’altra, così come accade ai giocatori on line, gli ha fatto sottostimare il rischio fino a che comprende che non può più continuare. Confessa tutto alla moglie e con lei si rivolge al Centro Infinito di Acerra dove 18 mesi fa, grazie al progetto Game Over sostenuto da Fondazione Con il Sud, ha cominciato il suo viaggio verso la serenità. “Non è semplice, ma ora va meglio. Con mia moglie stiamo pian piano mettendo ogni tassello al suo posto anche grazie ad un consulente coniugale. Riesco a vedere i miei figli e loro sanno di avere un padre che farà di tutto per avere la loro stima”.
articolo a cura di Tina Cioffo